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La cucina

“La mia è una cucina territoriale, che rispecchia la mia infanzia e le mie esperienze in giro per l’Italia. La mia è una cucina d’amore, che nasce quando avevo poco più di 6 anni: quando, guardando mia mamma e mia nonna, mi meravigliavo, ammiravo e volevo emulare le loro azioni in cucina, ma, ancora troppo piccolo per mettermi in gioco, potevo soltanto avvicinarmi ai fornelli e girare con un cucchiaio di legno ciò che bolliva in pentola. La cucina, e non solo la mia, è uno dei ricordi più belli che ho: a 19 anni decisi, terminati gli studi all’alberghiero di Carini, di fare esperienza all’Osteria dei Vespri, poi andai all’Hotel Majestic da Filippo La Mantia, in seguito a Caltanissetta presso Villa Isabella. Decisi poi di mettermi ancora più in gioco e ripartii per Roma, per iniziare una bella esperienza al ristorante La Pergola guidato da Heinz Beck. Quando mi sentii cambiato, decisi di tornare a casa per continuare a crescere, ma in famiglia. Oggi sono felicemente lo chef di Parà. I piatti imperdibili? Sicuramente gli spaghetti bagherese e poi il baccalà con vellutata di patate, pomodoro confit, olive taggiasche e polvere di pesto”.